A chiunque può capitare di dover partecipare a un funerale per dare un ultimo rispettoso saluto a una persona venuta a mancare. Per dimostrare vicinanza e condivisione del dolore è si prepara spesso un bigliettino con le condoglianze. Sorge quindi il problema di come esprimere le proprie condoglianze senza sbagliare.

Come porre le proprie condoglianze

Per porre le proprie condoglianze ci vuole un bigliettino e una busta, meglio se completamene bianche senza decorazioni. Per passare al testo vero e proprio ci sono diverse soluzioni da considerare. Di solito, si sta sul semplice come può essere “Le mie / nostre più sentite condoglianze”. Si può aggiungere qualcos’altro come può essere “… per la tua / vostra perdita”. Dopo si firma con nome e cognome. In realtà si può aggiungere anche qualcosa di più personale per personalizzare ancora di più il biglietto di condoglianze. Può trattarsi anche di un piccolo aneddoto personale che ricorda la persona venuta a mancare. All’interno della busta che contiene le condoglianze non si usa inserire denaro.

Dove consegnare il biglietto di condoglianze

Passiamo ora a un’altra questione inerente alla condoglianze, cioè dove consegnare il biglietto. In genere, non si invia via posta e non si consegna a mano. Invece, si porta al funerale. Di solito, all’ingresso della chiesa o della sala dove si teine al cerimonia laica, gli addetti della impresa funebre Milano predispongono un piccolo tavolo dove sistemare i bigliettini con le condoglianze. È presente anche un libro da firmare per segnalare ai famigliari di aver preso parte alla celebrazione dei funerali. Anche se si consegna il biglietto con le condoglianze, si firma ugualmente il grande libro.

Il telegramma: quando si invia

Le condoglianze possono pervenire anche via telegramma. In genere il telegramma si inizia solo e unicamente se si è impossibilitati a partecipare al funerale. In questo caso, le condoglianze vengono inviate a casa dei parenti più stretti. Il telegramma è piuttosto sintetico e spesso non si allunga in inutili divagazioni, da qui deriva anche l’uso secondario del termine “telegramma”.

Di Grey