La parola zellige deriva dall’arabo “Al zulaycha”, che letteralmente significa “Piccola pietra levigata”, si tratta di un’antica e tradizionale tecnica ornamentale dell’architettura del Magreb, in pratica, consiste nell’assemblare dei frammenti di piastrelle di maiolica smaltata di vari colori, al fine di poter creare un disegno geometrico.
L’idea degli artigianati dell’epoca era quella di riuscire ad imitare i magnifici mosaici romani, non disponendo di marmo levigato decisero di utilizzare i frammenti di piastrelle di ceramica colorata.
I pezzi sono così piccoli e sottili, che una volta uniti, il disegno ultimato ha l’aspetto di un mosaico, raffigurante a volte rombi, quadrati o triangoli, a volte stelle, croci o forme combinate che si completano, in un gioco di colori che può continuare all’infinito.
Il zellige viene realizzato secondo precisi calcoli di matematica e geometria, le piastrelle vengono tagliate in tre fasi: prima si definisce la forma geometrica desiderata, che viene disegnata sulla piastrella, poi la si taglia con un martello da taglio ed infine i bordi vengono delicatamente smussati.
I frammenti tagliati vengono assemblati su un piano con il lato smaltato rivolto verso il basso, una volta completato il montaggio, la piastra così formata viene sollevata e fissata alle pareti.
I colori utilizzati inizialmente erano solo il bianco ed il marrone, inseguito alle influenza dei vari popoli, quest’arte si arricchì, in modo particolare sotto la dominazione moresca, quando l’architettura e le decorazioni raggiunsero il loro più alto sviluppo.
Ancora oggi è possibile ammirare questi capolavori che ricoprono le pareti interne o esterne dei numerosi palazzi marocchini, ma anche le tombe, le fontane, i cortili, dove ai colori originari si affiancano le tonalità di blu’, verde, giallo e rosso.
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